Il SSE Composite, o più semplicemente SSEC, è l’indice di Borsa che raggruppa tutti i titoli della Borsa di Shangai. Questo trading floor, magari ancora poco conosciuto in Italia, è la sede delle negoziazioni su tutte le più importanti aziende cinesi quotate.
Considerando quanto forte e rapida sia l’espansione dell’economia cinese, non è una sorpresa che questo indice stia attirando sempre di più l’interesse degli investitori Occidentali. Negli ultimi anni, tra l’altro, le azioni cinesi hanno iniziato a venire scambiate anche sulle Borse americane. Questo ha portato, di riflesso, a una maggiore regolamentazione dei listini cinesi che oggi offrono standard di trasparenza decisamente superiori al passato.
Detto questo, la Cina non è più la garanzia di un tempo. Negli ultimi anni la nazione che cresce più rapidamente al mondo è l’India, ne abbiamo parlato anche nella nostra guida all’indice Nifty 50. La nazione più sviluppata sul fronte tecnologico è il Giappone, a cui risponde l’indice Nikkei, seguito dalla Corea del Sud con il suo indice Kospi.
Per continuare, molte aziende cinesi non sono quotate nella madrepatria ma a Hong Kong, comparendo così sull’indice Hang Seng.
Insomma, ha senso investire sul SSEC? Dopo l’emergenza coronavirus la Cina saprà ancora stupirci con il suo ritmo di crescita e questo si rifletterà ancora sui mercati finanziari?
Oggi vogliamo parlarne facendo un’analisi completa della situazione attuale e delle previsioni per il futuro. Nomineremo anche le aziende più interessanti presenti nello Shangai Composite e le piattaforme più efficienti, come eToro, per investire sull’indice.
Indice
Cos’è il SSEC? Nozioni di base
Lo Shangai Composite è un indice molto ampio, che include tutte le azioni quotate sulla Borsa asiatica di Shangai per riflettere più in generale l’andamento dell’economia cinese. Esistono altri indici più selettivi, come il SSE 180, SSE 50 e SSE 20, che invece includono solo le aziende più capitalizzate (rispettivamente 180, 50 e 20).
Il SSEC, in ogni caso, è l’indice più famoso. Proprio in virtù della volatilità della Borsa cinese e dell’economia in forte espansione, è ancora presto per focalizzarsi sugli indici più selettivi. Meglio avere una panoramica generale, che abbraccia più settori possibile.
L’indice è nato il 19 dicembre 1990, un giorno importante ancora oggi nella sua storia dal momento in cui il suo valore viene calcolato usando la formula di Paasche. Si tratta di un modo per calcolare il valore degli indici di Borsa che parte dalla capitalizzazione attuale e la confronta con quella di un periodo di riferimento; il periodo di riferimento, per il SSEC, è proprio il 19 dicembre 1990.
Attualmente l’indice è composto da 1753 azioni, che vengono aggiornate con ogni nuova IPO sulla Borsa di Shangai. La valuta di riferimento è lo yuan cinese: la capitalizzazione totale è di 40.598 miliardi di yuan, di cui l’azienda più capitalizzata ne apporta 2244.2.
Considerando i rapporti di forza, dunque, bisogna ammettere che le imprese di maggiori dimensioni non hanno un peso eccessivamente alto sul valore dell’indice. Piuttosto quelle piccole ne hanno uno molto ridotto, considerando che in Cina ci si può quotare in Borsa con appena 20-30 milioni di euro di capitalizzazione.
Il settore più influente sull’andamento dell’indice è quello dei servizi finanziari, che rappresentano il 32,51% della capitalizzazione attuale. Tutti i dati si riferiscono al 28 settembre 2020.
Perché investire in Cina?
Le aziende del SSEC non sono, per la maggior parte, conosciute anche in Occidente. Soprattutto le più grandi sono realtà locali, che si interfacciano con il mercato interno. Un mercato interno che conta 1,4 miliardi di consumatori e che viene adeguatamente protetto dalle politiche governative.
Al momento la Cina è la superpotenza economica che controlla il ritmo dell’industria manifatturiera in tutto il mondo. Non solo, ma da centro di produzione low-cost per le imprese sta gradualmente diventando di più; nel settore dell’innovazione sta già creando le imprese che segneranno la transizione verso un’economia sviluppata e basata più sui servizi che sull’industria.
Aziende come Huawei e TikTok sono la dimostrazione più lampante del fatto che la Cina non è solo un posto dove delocalizzare. E per quanto la fine del miracolo economico cinese venga proclamata ogni giorno, i fatti parlano molto chiaramente:
- Il PIL cresce a un ritmo medio del 6% annuo
- Al momento la Cina è la seconda economia più grande al mondo, comunque in rotta per sorpassare gli Stati Uniti al primo posto
- Il PIL pro-capite era di appena 959$ nel 2000, mentre oggi è arrivato a 9.770$ superando economie come quella brasiliana
- Sul fronte politico e militare, l’ombra dell’influenza cinese ricopre ormai l’intera Asia
- La Cina ha prestato 440 miliardi di dollari a stati esteri o li ha investiti personalmente nel progetto Belt And Road per essere sempre più connessa e influente sul resto del mondo
- 373 miliardari sono cinesi, cioè il 13% di tutti i miliardari nel mondo
- La politica delle altre potenze mondiali non si interessa neanche lontanamente di India, Vietnam o Brasile quanto si concentra sulla Cina
Non solo il miracolo cinese non è finito, ma ormai la Cina ha eclissato qualsiasi paese emergente. Non solo con la sua economia, ma con l’intera macchina pubblica e privata.
Le aziende dello Shangai Composite
Sulla Borsa di Shangai sono quotate oltre 1.700 aziende. I requisiti minimi per quotarsi sul listino, partecipando di conseguenza all’indice SSEC, sono:
- Capitalizzazione di almeno 30 milioni di yuan
- Ultimi 3 anni di attività chiusi in profitto
- Almeno 1.000 persone devono essere proprietarie di una quota
- Per le grandi compagnie, non meno del 15% della capitalizzazione aziendale dev’essere quotata
Questi requisiti sono un po’stringenti e limitano il numero di aziende interessanti che potrebbero quotarsi. Per le startup, anche quelle più grandi e di successo, è ad esempio difficile riuscire a chiudere in profitto 3 bilanci di esercizio consecutivi. Detto ciò, più le regole sono severe più le aziende devono essere di valore per quotarsi.
Per favorire gli investimenti esteri, normalmente le aziende si quotano offrendo due tipi di azioni con diritti analoghi: le azioni di tipo A, quotate in yuan, e le azioni di tipo B quotate in dollari americani.
Qui vogliamo menzionarne alcune delle più interessanti per gli investitori, che abbiamo selezionato in base ai loro numeri e al modello di business. Puoi trovare i grafici in tempo reale di queste aziende e del SSEC su Capex. Non solo, ma è anche uno dei broker più convenienti e sicuri per investire sulle Borse di tutto il mondo usando Metatrader 4.
1. Moutai Group
Quello che stai per leggere ha dell’incredibile ma è assolutamente vero. Moutai Group, un’azienda che produce alcolici, è l’impresa più capitalizzata della Borsa di Shangai e del SSEC. Con 2.174 di miliardi di yuan di capitalizzazione, stacca tutti i colossi finanziari della nazione.
Moutai Group è anche l’azienda più grande al mondo nel settore degli alcolici, avendo sorpassando anche il super-colosso Diageo che gestisce brand come Johnnie Walker, Smirnoff, Bailey’s, Gordon’s e Tanqueray. Per contro, Moutai produce esclusivamente un liquore omonimo.
Si dice che “se sei il più grande in Cina, sei il più grande al mondo”. Non è sempre vero, ma in questo caso lo è di certo. Un brand praticamente sconosciuto all’estero, in realtà, conquista il settore grazie alla sua popolarità sul mercato domestico. E con che prezzi: per una bottiglia invecchiata di 15 anni si superano i 1.100€ di valore, mentre per una invecchiata 50 anni bisogna sborsare 3.850€.
La maggior parte della proprietà azionaria rimane ancora in mano al governo cinese.
2. Commercial and Industrial Bank of China
Il comparto bancario, in Cina, è regolato in un modo molto particolare. Alcune banche, come CIBC, ricevono la liquidità direttamente dal Ministero delle Finanze. Tra l’altro parliamo nuovamente di un’impresa il cui azionista di maggioranza è il governo cinese.
Questa realtà è in grado di influire sull’intero settore della finanza in Cina, al punto che nel momento della IPO gli investitori più grandi sono stati Commerzbank, American Express e Goldman Sachs.
Con 650 milioni di clienti privati, la raccolta di questa banca è semplicemente incredibile. Inoltre opera con successo in altre nazioni asiatiche, dove viene vista come uno degli istituti più sicuri e affidabili dove depositare la liquidità e accendere linee di credito.
Puoi investire senza commissioni nella Commercial Bank of China sfruttando Trade.com, una delle migliori piattaforme in circolazione per chi investe online. Ti permette anche di sfruttare la leva finanziaria per aumentare il potere d’acquisto del tuo capitale e di provare tutte le sue funzionalità senza rischi, semplicemente registrando un conto demo gratuito e operando attraverso il denaro virtuale che il broker ti metter a disposizione.
3. PetroChina
L’amministratore delegato di PetroChina si sveglia ogni mattina sapendo di gestire il più grande colosso energetico cinese, leader nazionale nell’estrazione e vendita di petrolio e gas naturale.
L’operato dell’azienda è molto simile a quelli di Eni, British Petroleum o Aramco. La differenza sostanziale è che il sottosuolo cinese, in realtà, non è ricco di petrolio. Un po’come Eni in Italia, l’azienda si affida alle licenze di altre nazioni per condurre le attività di estrazione ovunque sia possibile nei paesi limitrofi.
Con la dimensione spropositata della sua popolazione, la Cina si piazza al secondo posto mondiale per consumo di petrolio. Considerando che PetroChina detiene un quasi-monopolio del mercato locale, chi cerca dividendi può essere certo di trovarli con PetroChina. Anzi, al momento il dividendo rappresenta circa il 25% del prezzo dell’azione.
4. Foshan Haitian
Foshan Haitian è un’azienda che produce salse e condimenti. Per la precisione, è la più grande azienda al mondo nella produzione di salsa di soia ed è una realtà che esiste da oltre 300 anni. Ha superato la Cina delle dinastie, Mao e due Guerre Mondiali per arrivare fino a oggi; i suoi prodotti sono esportati in tutto il mondo, ma è il mercato domestico quello in cui vende di più.
Tra gli altri prodotti dell’azienda troviamo vino da tavola, aceto, salsa di ostriche, insaporitori e prodotti sott’olio. I brand di Foshan Haitian sono estremamente conosciuti e rispettati in Cina, con una distribuzione capillare presso la GDO. Nello Shangai Composite l’azienda si classifica al 9° posto per capitalizzazione.
Investire sul SSEC: Pro e contro
Il SSEC è sicuramente uno degli indici più interessanti per chi vuole investire in Cina. Considerando che la Borsa di Shangai è la sede preferita per la quotazione delle azioni sul mercato domestico, l’indice è destinato a ospitare tutte le grandi realtà cinesi che vogliono finanziare la loro espansione cedendo le loro azioni sul mercato.
Altri indici di Borsa
Conclusioni
La Cina non ha bisogno di ulteriori parole; attualmente è il miracolo economico più importante del 21esimo secolo e sta già dimostrando che lo slancio non si fermerà con l’aumento del salario medio dei cittadini.
FAQ
Lo Shangai Composite (SSEC) è un indice di Borsa che riflette l’andamento di tutte le azioni quotate sulla Borsa di Shangai, in Cina.
L’indice è pensato per includere tutti i titoli azionari della Borsa di Shangai. Al momento sono circa 1.700, ma in futuro il numero è sicuramente destinato a crescere.
La Cina è il più grande miracolo economico del 21esimo secolo. Sta dando prova di essere un polo di innovazione, non solo di produzione a basso costo, per cui investire sulle azioni locali è un’idea molto interessante.
Sì, ogni azienda presente nell’indice ha un peso sul suo andamento complessivo che dipende dalla sua capitalizzazione.