TikTok è l’azienda del momento, e lo è da due anni almeno a questa parte. Si tratta del social network con la crescita maggiore degli ultimi 34 mesi ed è sicuramente nel centro del mirino di tanti investitori.
Al momento (settembre 2020) non è ancora possibile comprare azioni TikTok in Borsa. Per il momento la creatura dell’azienda cinese ByteDance non è ancora quotata in Borsa, ma sappiamo già che lo diventerà.
Dopo alcuni mesi di trattative molto dure con il governo americano, la popolare app di video musicali sembra aver raggiunto un accordo con le istituzioni. Parte di questo accordo è proprio la quotazione in Borsa, che dovrebbe avvenire entro la fine del 2021 e probabilmente intorno alla metà dell’anno.
Aspettando la IPO ufficiale, abbiamo raccolto tutte le informazioni importanti. Nei prossimi mesi ci impegniamo a rendere questa pagina la guida di riferimento per tutte le persone che sono intenzionate a comprare azioni TikTok.
Seguici per scoprire tutti gli avvicendamenti della quotazione, per conoscere il modello di business di TikTok e le migliori piattaforme che offriranno sicuramente le azioni quando saranno disponibili per gli scambi. Tra queste ti segnaliamo eToro, un broker che offre già le migliori condizioni di negoziazione sulle azioni tech di tutto il mondo.
Indice
Breve introduzione a TikTok
TikTok, un tempo Musical.ly, è un’app dedicata ai video musicali. In poche parole, permette ai suoi utenti di scegliere un brano con cui accompagnare un breve video in cui questi normalmente ballano o intrattengono gli spettatori in un altro modo. Normalmente ci sono dei format di video che diventano virali, per cui tutti i creators tendono a riproporli aspettando la moda successiva.
Per quanto possa sembrare un po’sciocco, c’è tanta creatività e abilità dietro a un bravo creator. Su TikTok sono emersi talenti che hanno raggiunto rapidamente milioni di follower in tutto il mondo; giova anche il fatto che sull’app le parole non siano molto importanti, cosa che abbatte le barriere linguistiche tra un utente e l’altro.
TikTok nasce ufficialmente nel 2016 da ByteDance, azienda cinese con sede a Pechino fondata nel 2012. Il suo valore principale è l’algoritmo interno che determina quali video vengano visti prima e quali vengano visti dopo dagli utenti. In questo modo l’azienda serve a ognuno esattamente il contenuto che vorrebbe vedere.
Dai tempi di Instagram non si vedevano più social network in forte crescita su scala globale. Ma Facebook è stato già velocissimo ad accaparrarsi quella giovane startup, ora diventata un colosso che porta quasi la metà del fatturato del gruppo di Zuckerberg. Ora, dunque, è guerra aperta tra i colossi del web che sono tutti interessati, più o meno esplicitamente, ad acquistare TikTok per rafforzare la loro presenza o entrare sul mercato dei social.
L’opposizione del governo Trump
Il Presidente americano Trump è stato abile nel giocare le sue carte sul caso TikTok, in modo da pareggiare parzialmente la disuguaglianza nei rapporti commerciali tra USA e Cina in fatto di tecnologia.
Da tempo il governo cinese ha censurato siti come Facebook e parzialmente Google, sbarrando la strada in ogni modo alle aziende americane digitali. Queste sono ritenute troppo improntate alla libertà di parola e non portano denaro all’economia locale. Così Xi Jinping si è sempre dimostrato felice di promuovere apertamente le controparti cinesi, che in loco creavano app dedicate appositamente al mercato cinese.
App come WeChat e Baidu sono diventate dei colossi grazie all’appoggio cinese; mentre queste potevano approdare in America, però, le concorrenti non potevano fare lo stesso in Cina.
Così la Casa Bianca ha deciso di minacciare il ban dell’applicazione sul territorio nazionale. Questo ha portato grande scompiglio, una situazione sfruttata bene da Facebook che ne ha approfittato per lanciare Instagram Reels. Esattamente come già fatto copiando le storie da Snapchat, la pensata è quella di inglobare la funzionalità principale di TikTok (i video musicali) nel quadro più ampio di Instagram per soffiare la base di utenti ai competitor.
Il grande fallimento di Microsoft
Da tempo Microsoft sta cercando di entrare con forza sul mercato dei social. Ci ha provato con Skype, ma non è mai diventato un vero social; ci ha provato con So.cl, ma probabilmente non sai nemmeno che esisteva tanto fallimentare è stato il progetto; ora ha visto la possibilità di comprare un progetto già di grande successo e ha subito dimostrato pubblicamente il suo interesse.
L’amministrazione Trump chiedeva che TikTok non processasse in Cina i dati ottenuti dagli utenti americani; per tagliare la testa al toro, Microsoft si è proposta direttamente di acquistare in blocco il ramo statunitense dell’azienda.
Per quanto l’offerta non sia conosciuta con esattezza, le voci di corridoio la stimano tra i 30 e i 50 miliardi di dollari. Microsoft avrebbe ulteriormente provveduto a migliorare la sicurezza, la privacy e la trasparenza dell’app. Malgrado ciò, l’offerta è stata rifiutata. Duro colpo per il CEO Nardella, che ancora una volta si trova ad affrontare apertamente le critiche del pubblico.
Oracle e la messa al bando
Una volta sfumata l’opzione Microsoft, alla porta di TikTok ha bussato Oracle. Questa volta si tratta di un accordo diverso da quello proposto da Microsoft:
- Oracle non comprerebbe direttamente degli asset da ByteDance
- All’azienda americana spetterebbe la mansione di raccogliere ed elaborare i dati sugli utenti americani, facendo poi consulenza ai proprietari cinesi
- Tutta la gestione dell’app, incluso l’algoritmo che filtra e seleziona i contenuti, rimarrebbe in mano a ByteDance
Sembra che stavolta l’affare sia destinato a concludersi, anche perché il tempo stringe intorno a TikTok. Con gli ultimi avvicendamenti è stato deciso di bloccare l’accesso ai 100 milioni e più utenti americani a partire dal 12 novembre 2020; nel frattempo sarà già impossibile scaricare gli aggiornamenti. L’amministrazione Trump ha predisposto anche il blocco di WeChat, che diventerà effettivo ancora prima.
Gli investitori che vogliono approfittarne possono già iniziare a esporsi alle azioni Oracle. Lo puoi fare, ad esempio, comprando un piccolo pacchetto azionario per poi appesantirlo o alleggerirlo a seconda delle notizie che usciranno.
Quanto vale TikTok?
Chiaramente il discorso della quotazione in Borsa è strettamente legato a quello della valutazione dell’azienda. Per quanto sia molto difficile stabilire il valore di una realtà non ancora quotata, ci sono già dei rumours interessanti; pare che gli ultimi scambi di pacchetti azionari, avvenuti privatamente tra investitori cinesi, portino la valutazione della società intorno ai 100 miliardi di dollari.
Difficile, molto difficile, dire se questa valutazione sia adeguata alle prospettive che TikTok ha di fronte a sé. Una chiusura del mercato americano porterebbe sicuramente a un crollo dei ricavi immediato; questo potrebbe ulteriormente aggravarsi qualora altre nazioni, comprendendo i problemi di privacy legati a questo social, decidessero di seguire l’esempio statunitense.
Un’azione di contrasto come questa è già avvenuta sul tema del 5G; comprendendo il problema di lasciare infrastrutture sensibili in mano a nazioni poco trasparenti, molti Stati hanno impedito alle aziende cinesi di gestire gli appalti. Anche in questo caso sono stati gli USA i primi a suonare la campana.
Siamo onesti: difficilmente il mercato interno di TikTok è in grado di giustificare una valutazione di mercato così alta. Sì, i cinesi sono oltre 2 miliardi, ma mediamente sono ancora lontani dallo standard di ricchezza occidentale.
Se però la diatriba dovesse risolversi con un semplice accordo per la gestione dei dati all’estero, questo potrebbe davvero spingere la quotazione dell’azienda anche oltre i 100 miliardi post-money valutati oggi.
Per fortuna, se non altro, scopriremo una risposta definitiva ben prima che l’azienda arrivi al giorno della quotazione.
Perché tutto questo caos dietro a TikTok?
Il motivo per cui TikTok è finita nell’occhio del ciclone, insieme a tante altre app cinesi, è molto semplice.
I social network raccolgono tantissimi dati; ogni sito internet lo fa in qualche modo, ma i social sono davvero una miniera di informazioni. Gusti, abitudini, preferenze, orientamento politico e tanti altri temi emergono facilmente dai comportamenti di un utente. In Occidente questo atteggiamento è stato moderato e limitato dalle normative sulla privacy.
Per quanto concerne la Cina, invece, le cose vanno in modo molto diverso. Le app sono legittimate a raccogliere tutti i dati che desiderano, a patto di condividere questi ultimi con il Partito Comunista che governa la nazione.
Suona un po’preoccupante per una nazione che, notoriamente, usa lo spionaggio industriale e governativo sotto gli occhi arrabbiati ma impotenti della comunità internazionale. Se non bastasse, a questo si aggiunge la disparità di trattamento delle app occidentali in Cina che vengono spesso censurate o bandite completamente.
Insomma, la situazione così com’è non va bene. Non va bene per gli utenti, per l’economia americana, per quella europea. Bisogna introdurre delle normative più strette per tutelare la privacy e i diritti di tutti. Se la soluzione fosse trattenere i dati nella nazione dove vengono prodotti, questo potrebbe per lo meno permettere a TikTok di continuare ad operare all’estero.
TikTok: il modello di business
Magari non sei familiare con il modello di business di TikTok. Vale la pena di parlarne, perché il numero di utenti da solo non è in grado di decretare il successo economico di un’applicazione.
TikTok guadagna, esattamente come Facebook, dalle inserzioni pubblicitarie. Le aziende possono acquistare pubblicità e mostrarla agli utenti, in modo da promuovere i propri prodotti e servizi. In base alla visibilità desiderata, queste pagano una somma più o meno grande che finisce nelle casse di ByteDance.
Due dei più grandi colossi tecnologici al mondo, Facebook e Google, hanno costruito il loro successo proprio sulla pubblicità. A ben vedere, però, sono anche delle realtà con caratteristiche essenzialmente diverse da TikTok.
Il mercato della pubblicità
Su Facebook sono connesse quasi tutte le persone del mondo, dal giovane studente fino al grande amministratore delegato. Questo significa che ogni azienda ha la possibilità di intercettare il suo pubblico, selezionando in modo molto preciso il target delle inserzioni in base a area geografica, interessi e molto altro ancora.
Google offre ancora più strumenti a chi vuole investire in pubblicità; le persone cercano continuamente prodotti, attività locali e aziende sui motori di ricerca. Il potere di una piattaforma del genere, proprietaria anche di Youtube, è immenso. In più Google concede ai creatori di siti e app la possibilità di inserire i suoi annunci per monetizzare i loro prodotti, espandendone ulteriormente la visibilità.
TikTok, dal canto suo offre ancora strumenti molto rudimentali per gli inserzionisti. Siamo molto distanti dal livello di dettaglio offerto da Facebook, dalla versatilità di Google e soprattutto dagli utenti di LinkedIn.
Gli strumenti pubblicitari si possono sempre affinare, ma il pubblico è un’altra cosa. Quando la maggior parte degli utenti di una piattaforma sono minorenni con ridotte capacità di spesa, gli inserzionisti fanno tutt’altro che la gara per essere posizionati lì. E così la pubblicità su TikTok costa un decimo di quella su Facebook, prospettando un rendimento decisamente inferiore all’azienda.
Conviene investire su TikTok?
Per il momento sembra ancora presto per rispondere a questa domanda. Sicuramente TikTok ha dimostrato di avere un potenziale altissimo come piattaforma. I suoi video animati hanno già conquistato centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, ma gli investimenti sono un discorso diverso.
Per il momento l’unica certezza che abbiamo è che, per questioni di trasparenza e pressione governativa, ByteDance quoterà in Borsa il suo prodotto e lo farà almeno in parte su un listino azionario americano. Per quanto riguarda i risultati aziendali e la valutazione, invece, questi dati sono ancora per lo più riservati vista la difficoltà nel reperire informazioni sulle aziende cinesi.
Dovremo stare a vedere e osservare. Per il momento la cosa migliore da fare è iniziare a seguire le oscillazioni delle azioni Oracle e investire sui colossi informatici già quotati. Puoi farlo, anche solo per esercitarti, con Trade.com. Questa piattaforma ti permette di registrarti gratuitamente usando un conto demo, in cui viene usato solo denaro virtuale per gli investimenti. In questo modo potrai esercitarti senza rischi, magari in vista di investimenti concreti.
Non ancora, ma da quanto dichiarato pubblicamente dovrebbe diventarlo nel corso del 2021.
Per il momento l’azienda non è quotata dunque è difficile stabilirlo, ma i rumours sostengono che la valutazione dell’azienda sia attualmente intorno ai 100 miliardi di dollari.
Ancora non ci sono indicazioni ufficiali, ma quasi sicuramente almeno una parte del flottante sarà scambiato sul New York Stock Exchange.
ByteDance, un’azienda cinese con sede a Pechino fondata nel 2012.