Indice
Cos’è e come funziona il BSE Sensex
Il BSE Sensex è un indice pesato per capitalizzazione. Per capirlo meglio bisogna capire com’è organizzata la Borsa indiana.
In India attualmente esistono 6 Borse ufficiali. Le più importanti sono tre:
- National Stock Exchange (NSE) con sede a Mumbay
- Bombay Stock Exchange (BSE)
- Calcutta Stock Exchange (CSE)
Gli altri tre sono decisamente meno capitalizzati. A ben vedere, comunque, Mumbay e Bombay superano per distacco il volume di scambi della Borsa di Calcutta.
Queste due Borse principali, NSE e BSE, hanno due indici di riferimento: rispettivamente sono il Nifty 50 e il Sensex. Essendo i poli economici di una nazione che conta oltre 1 miliardo di abitanti, è facile immaginare che le aziende quotate qui abbiano una certa solidità e attraggano interesse da tutto il mondo.
Il BSE Sensex raccoglie solo le top-30 tra le aziende quotate a Bombay. Queste operano in settori diversi e sono pesate per capitalizzazione, quindi le più grandi hanno un peso maggiore sull’andamento dell’indice che compone una delle più note Borse asiatiche.
Complessivamente il valore delle aziende che fanno parte dell’indice supera i 2 triliardi di dollari; un numero impressionante, ma superato abbondantemente dal rendimento che questo indice ha avuto nel tempo. Se consideriamo il rendimento di lungo termine dal 1979 a oggi, parliamo quasi del 19% annuo. Una performance davvero élitaria per un’indice fatto di aziende al cuore del più grande miracolo economico moderno insieme a quello cinese.
La lista di aziende che compongono l’indice viene rivista periodicamente, al netto dell’andamento degli scambi e delle nuove IPO. Non esiste un limite al peso che ciascuna azienda può avere sull’indice nel suo complesso; al momento, però, le cose si bilanciano tra loro in maniera naturale e nessun titolo ha un peso eccessivo sul BSE Sensex.
Come investire sul BSE Sensex?
Per iniziare a investire sull’indice di riferimento della Borsa di Bombay in modo efficace, è consigliabile seguire questi passi fondamentali:
- Identificare un broker regolamentato che offra accesso al mercato indiano, come eToro, assicurandosi che la piattaforma consenta di operare sia attraverso azioni dirette che mediante CFD sul BSE Sensex, uno degli indici più importanti dei mercati emergenti.
- Attivare un conto demo per prendere confidenza con le dinamiche del mercato indiano, comprendendo gli orari di trading della Borsa di Bombay e le caratteristiche uniche di questo mercato in rapida crescita.
- Studiare la composizione dell’indice, focalizzandosi sui settori chiave che lo caratterizzano, come l’IT (con giganti come Infosys e TCS), il settore bancario (HDFC Bank, State Bank of India), il farmaceutico (Sun Pharma) e quello automobilistico (Tata Motors), che rappresentano le colonne portanti dell’economia indiana.
- Analizzare i fattori fondamentali che influenzano l’andamento dell’indice, tra cui la crescita economica indiana, le politiche monetarie della Reserve Bank of India, l’andamento della rupia e le riforme governative che possono impattare il mercato.
- Cominciare con investimenti prudenti, sfruttando la flessibilità dei CFD che permettono di trarre profitto sia dai movimenti rialzisti che ribassisti, sempre mantenendo un approccio disciplinato alla gestione del rischio.
Per mettere in pratica questa strategia di investimento sul BSE Sensex, ti suggeriamo di iniziare con un conto demo gratuito. Questo ti permetterà di familiarizzare con uno dei mercati emergenti più dinamici al mondo, testando le tue strategie senza rischiare capitale reale.
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Perché investire in India?
Quando si parla di numeri diventano ancora più evidenti i buoni motivi per investire in India. Dire soltanto che la nazione è in grande fermento economico non rende l’idea.
Ecco una serie di fatti che espongono meglio la questione:
- L’India è attualmente la nazione con il tasso di crescita economica più alto al mondo;
- Ogni anno l’economia indiana attrae 50 miliardi di dollari in capitali esteri interessati a investire nel paese;
- Il tasso di crescita del settore automotive in India è del 15% annuo;
- Il PIL pro-capite è cresciuto del 36% negli ultimi 5 anni;
- L’India ha 77 porti di calibro internazionale adibiti allo scambio merci e 86 aeroporti commerciali;
- Malgrado l’economia indiana sia ancora lontana dal suo pieno potenziale, è la 5° al mondo per valore complessivo.
Tutto questo, negli anni ’90, era ancora molto lontano. Questo lascia soltanto immaginare quali altri progressi possano arrivare nei prossimi 20 anni, considerando che il progresso tecnologico di una nazione la porta ad aumentare il ritmo della sua crescita.
A differenza di tante economie in via di sviluppo, l’India investe molto sul settore dell’innovazione e della tecnologia. In questo modo, anche quando i tempi saranno cambiati e l’India non sarà più il polo mondiale della produzione a basso costo, le aziende con alti margini potranno portare avanti la crescita economica.
Vale sicuramente la pena di menzionare che, ad esempio, l’India è tra i principali produttori al mondo di soluzioni per le auto elettriche, intelligenza artificiale, robotica e sviluppo di software. Tutto questo si unisce al fatto che la gran parte della popolazione urbana parla inglese e che la crescita non è inflazionata dalle politiche protezioniste adottate in Cina.
Le aziende del BSE Sensex
Come sempre, per esplorare un indice, andiamo a passare in rassegna alcune delle aziende più interessanti che ne fanno parte. Ne abbiamo selezionate alcune che per settore, tasso di crescita e dati di bilancio ci sono sembrate particolarmente degne di nota.
Qui vale la pena aprire una piccola parentesi sulle piattaforme che puoi utilizzare per investire su aziende e indici indiani. Così come per la maggior parte delle nazioni in via di sviluppo, le banche italiane non trattano questi titoli con i clienti al dettaglio; come sempre, tra l’altro, anche se lo facessero avrebbero dei costi di intermediazione che renderebbero inutile rivolgersi a loro.
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1. Asian Paints
Asian Paints è un’azienda storica, nata nel 1942 e cresciuta nei suoi primi anni grazie a un temporaneo divieto di importazione delle vernici dall’estero. Una volta eliminato il bando, Asian Paints aveva ormai conquistato una quota di mercato molto difficile da battere.
L’azienda non è coinvolta soltanto nella produzione e nella commercializzazione di vernici. Nel corso del tempo ha espanso il suo business producendo anche rivestimenti per carrozzerie, per ceramiche e carta da parati. Asian Paints è fortemente digitalizzata e attenta all’innovazione; alcune delle sue vernici hanno risolto problemi storici, come la resistenza all’acqua e alle macchie.
A oggi Asian Paints è un colosso multinazionale che può vantare un fatturato di 2,7 miliardi di dollari all’anno. Tutto questo si unisce alla crescita del suo valore azionario: dalle 145 rupie del 2000, a distanza di vent’anni il valore è aumentato di quasi 15 volte a 1.996 rupie per azione. Se qualcuno sta già pensando all’effetto dell’inflazione, ricordiamoci che in India l’inflazione media annua si attesta al 3,5%.
2. HDFC Bank
HDFC è attualmente la banca privata più grande in India, con oltre 105.000 dipendenti stabili nel 2020. In Italia non sarà conosciuta come Intesa Sanpaolo, Unicredit o Goldman Sachs, ma in Asia è assolutamente un colosso finanziario in grado di muovere le acque di un’intera economia.
Con 5.500 filiali in quasi 2.300 città indiane, non c’è dubbio sul fatto che la banca abbia una raccolta spaventosa. Ricordiamoci che una grande raccolta è il primo presupposto per una banca di successo, perché la liquidità in cassa genera la possibilità di creare valore attraverso prestiti, mutui e linee di credito.
L’azienda produce un utile netto di 3,8 miliardi di dollari annui (dato 2019) e gestisce complessivamente 220 miliardi di dollari in asset. Considerando che la crescita del settore bancario va di pari passo con lo sviluppo economico di una nazione, è lecito pensare che il vero potenziale sia almeno 4 volte tanto.
Le banche che dominano una nazione per quota di mercato, si sa, sono sempre state un ottimo investimento per chi cerca dividendi. Qui abbiamo a che fare con una grande banca, ma con un grande potenziale per il capital gain futuro: investimento molto interessante che va sicuramente tenuto d’occhio.
3. Larsen & Toubro
Il nome non ti sembra indiano? Il motivo è che i due fondatori sono stati due ingegneri danesi, rifugiati politici in India ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. L’azienda si può paragonare a Leonardo o a Salini Impregilo, essendo specializzata nell’ingegneria di grandi opere pubbliche e nelle soluzioni meccaniche che portano ogni giorno l’India nel futuro.
Dall’ingegneria pesante a quella più piccola, Larsen & Toubro è un marchio di eccellenza riconosciuto a livello mondiale. A dare grande stimolo alla crescita dell’azienda sono state soprattutto le commesse statali; l’India è una nazione che ha ancora grande bisogno di infrastrutture per connettere città, merci e capitali. In questi progetti Larsen & Toubro riesce a trovare sempre grande spazio.
Grazie a L&T Solar, tra l’altro, questa è diventata anche una delle imprese più importanti per lo sviluppo di nuove soluzioni nel campo dell’energia solare. Complessivamente il gruppo fattura 21 miliardi di dollari l’anno (2019) con un utile che sfiora i 2 miliardi di dollari. Il prezzo dell’azione è calato quasi del 45% durante l’emergenza Covid-19 che ha imposto il fermo dei cantieri; ora si trova ben al di sotto del suo valore e offre un grande spunto agli investitori.
4. Mahindra
Mahindra è una delle tante aziende in comune tra il Nifty 50 e il BSE Sensex, ma di certo vale la pena di menzionarla. Si tratta di un gruppo conglomerato di proporzioni enormi. Nel settore automotive, il più importante per il gruppo, l’azienda fa concorrenza a livello internazionale ad aziende come Volkswagen, FCA e Tesla.
A livello internazionale l’azienda si è fatta conoscere grazie alle sue ottime performance in Formula E, il più importante campionato automobilistico di auto elettriche al mondo. In realtà, però, il gruppo ha tanti altri business interessanti:
- Consulenza strategica e finanziaria
- Sviluppo di soluzioni per l’energia rinnovabile, soprattutto solare
- Agribusiness e macchinari per la coltivazione agricola
- Aerospazio
- Barche, yacht e navi
- Hotel
- Jeep e altri veicoli militari, che costruisce per conto dell’esercito indiano ottenendo un importante volume di commesse ogni anno
- Logistica
- Assicurazioni e investimenti assicurativi
In totale, Mahindra è coinvolta in 22 settori diversi e gestisce oltre 150 aziende in tutto il mondo. Tra queste anche l’italiana Pininfarina, che dopo scarsi risultati di gestione ha venduto al gruppo indiano che ora punta a risollevarne le sorti.
Altri indici di Borsa
Conclusioni
Il BSE Sensex, principale indice della Borsa di Mumbai (Bombay Stock Exchange), rappresenta una delle opportunità di investimento più interessanti nel mercato indiano, offrendo esposizione alle 30 maggiori e più liquide aziende quotate. Gli investitori hanno diverse opzioni per operare su questo indice, sia attraverso l’acquisto diretto di azioni delle società componenti, sia tramite CFD che permettono di beneficiare sia dei movimenti al rialzo che al ribasso del mercato.
Qualunque sia la tua decisione di investimento, è fondamentale:
- Fare un’accurata ricerca sul mercato indiano e sui fattori macroeconomici che influenzano l’indice
- Scegliere un broker regolamentato che offra accesso al mercato indiano
- Considerare attentamente l’impatto delle politiche governative indiane, dei cicli economici e delle dinamiche internazionali
Per chi è alle prime armi, è altamente consigliabile iniziare con un conto demo gratuito per familiarizzare con il mercato indiano e testare le proprie strategie senza rischiare capitale reale.
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FAQ
Si tratta dell’indice che raccoglie le 30 aziende più grandi della Borsa di Bombay, in India.
Anche se questo indice non è molto conosciuto in Italia, è molto interessante per gli investitori. L’economia indiana cresce a un ritmo incredibile e il modo più semplice per unirsi a questo boom è farlo comprando dei titoli di aziende locali.
Sì, è pesato per capitalizzazione. Le aziende con un market cap più alto hanno più peso sulle performance dell’indice.
Il BSE Sensex è capitanato dalle banche, che compongono la maggior parte della capitalizzazione dell’indice e quindi ne trainano i rendimenti.